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Il Servizio psico-socio rieducativo per minori sottoposti a messa alla prova per reati sessuali è un progetto sperimentale di Casa di Nilla che viene realizzato in collaborazione con l’Ufficio per i Servizi Sociali Minorili (USSM) del Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria e la Basilicata, che segue il percorso istituzionale dei ragazzi coinvolti e ne coordina il progetto complessivo di messa alla prova.

Dato il carattere sperimentale del progetto, esso presenta metodologie operative in fase di definizione e consolidamento. Tuttavia, esse si basano sui più aggiornati contributi della letteratura internazionale che si sono occupati del trattamento psico-rieducativo di minorenni devianti ed in particolare degli autori di reati sessuali (per una rassegna completa vedere “International Journal of Offender The-rapy and Comparative Criminology” December 1 2006, Volume 50, n. 6).La letteratura comprende molti studi relativi alle vittime di violenza sessuale, in particolare a quelle minorenni, mentre sono poco numerose le ricerche che si occupano degli abusanti. Tale sproporzione deriva forse, da un rifiuto, o ancor meglio da una difesa, che ognuno di noi mette in atto e che ci porta più facilmente ad associare la parola “minore” con vittima più che con carnefice.

Sono pochi, infatti, gli studi che si occupano di “minori abusanti” e, la maggior parte, appartengono alla letteratura d’oltreoceano o nord-europea. Da questi si evince che i “young sexual offender” (individui che hanno commesso un atto di aggressione sessuale rompendo le norme sociali ed i codici morali) non costituiscono un gruppo omogeneo e nessuna delle caratteristiche studiate (di personalità, sociodemografiche, ecc.) sono da ritenersi in un rapporto di causa-effetto di tipo lineare con il verificarsi di condotte sessualmente violente (Sabatello & Di Cori, 2001).

L’esperienza professionale con minorenni denunciati per violenza sessuale indica che, nel caso di rapporti tra adolescenti, non sempre si è trattato di violenze sessuali vere e proprie, intese come atti in cui il consenso della vittima è del tutto assente. Vi sono, infatti, anche dei casi in cui il rapporto, dapprima consensuale, si è trasformato successivamente in abuso. I minorenni che vengono denunciati per violenza sessuale costituiscono, dunque, una popolazione eterogenea e differiscono da quella adulta nella messa in atto di comportamenti più diversificati ed in molte importanti dimensioni cliniche. Fondamentale è la conoscenza della relazione esistente tra l’abusante e l’abusato prima del rapporto che ha dato luogo alla denuncia per violenza sessuale.

Le ricerche in questo settore riportano che le violenze avvengono spesso tra persone che si conoscono, in situazioni in cui può essere difficile definire i confini tra intimità e intimidazione, soprattutto nei casi in cui l’età della vittima non è molto diversa da quella dell’aggressore. Nel caso di relazione preesistente tra l’abusante e l’abusato, bisogna distinguere tra violenza intra ed extra-familiare e tener conto dell’intensità del vincolo affettivo tra l’abusante e la vittima.

Per quanto concerne le relazioni tra fratelli, i comportamenti incestuosi si sviluppano di solito secondo un continuum che, partendo da lievi manifestazioni di esibizione, evolve in manifestazioni sempre più gravi, fino alla violenza sessuale vera e propria. Possono inoltre variare notevolmente per quanto riguarda la durata e la frequenza, l’impiego o meno di violenza, il tipo di comportamenti, la loro progressione nel tempo (Vassalli, 1993). Il rapporto sessuale può essere vissuto dai fratelli come una scoperta comune della sessualità e non sempre è accompagnato da traumi, a meno che non venga scoperto e condannato dai familiari.

Per quanto concerne la violenza extrafamiliare, in molti studi si rileva che mentre i maggiorenni autori di violenza sessuale agiscono generalmente da soli, gli adolescenti compiono frequentemente reati di gruppo; gruppo che deriva spesso da un’aggregazione casuale e difficilmente assume la fisionomia di una banda stabile con obiettivi precisi (Scardaccione, 1987).