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La valutazione della cosiddetta ‘genitorialità’ è un’area multidisciplinare (vi contribuiscono la psicologia clinica e dello sviluppo, la neuropsichiatria infantile, la psicologia della famiglia, la psicologia sociale e giuridica, la psichiatria forense) particolarmente feconda per le applicazioni operative che ne possono derivare a diversi livelli dell’intervento psicosociale, comprese le valutazioni specialistiche svolte in sede di CTU e nei servizi sociosanitari.
Gli autori, con la collaborazione di Casa di Nilla che ha condotto gli studi di validazione attraverso una ricerca esplorativa riferita ai propri casi presi in carico, hanno messo a punto uno strumento denominato APS-I (Assessment of Parental Skills-Interview), rivolto alla valutazione delle funzioni e delle capacità genitoriali, che si propone di effettuare un assessment non tanto del profilo di personalità del genitore e/o delle sue capacità generiche, ma dei comportamenti specifici che definiscono le “funzioni di base” legate all’esercizio concreto della genitorialità. Non va inteso come una scaletta di intervista, ma serve a indirizzare chi effettua la valutazione verso le aree più significative nel corso del colloquio con il genitore. Lo strumento può essere applicato in diverse situazioni:
- nelle situazioni di pregiudizio rispetto alla salute psicofisica del minore e di rischio di abuso/trascuratezza;
- nelle situazioni di abbandono e di decisioni in merito alla perdita della potestà e alla messa in adozione;
- nelle situazioni di separazione dei genitori e di valutazione dei criteri inerenti l’affidamento e la custodia dei figli.
Le risposte alle domande vengono analizzate secondo due distinti criteri: da un lato, si valutano i comportamenti che il genitore ha descritto e che afferma di porre in atto nell’area esplorata. dall’altro, si utilizzano parametri qualitativi, esplorando il grado di comprensione che il soggetto possiede riguardo l’importanza di quell’area e la capacità di elaborare riflessioni critiche rivolte sia a se stesso, sia al figlio, identificandosi nelle sue esigenze (“consapevolezza
riflessiva”).
A completamento dell’applicazione del protocollo APS-I si prevedono ulteriori osservazioni: la valutazione del funzionamento psicologico e relazionale del genitore e del funzionamento familiare, e la valutazione del funzionamento psicologico e relazionale del figlio.
Si configura quindi come uno strumento utile non solo per effettuare le opportune valutazioni e per assumere decisioni in ambito giudiziario, ma anche per indirizzare gli interventi di supporto e di Parent Training in funzione dei punti di forza e di debolezza che sono stati individuati.
Autori:
Giovanni Battista Camerini, neuropsichiatra infantile e psichiatra, insegna presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza (Roma) e nei master di II livello nelle Università di Padova e Pontificia Salesiana (Mestre).
Laura Volpini, psicologa clinica e giuridica, psicoterapeuta, insegna presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza (Roma).
Giovanni Lopez, psicologo e psicoterapeuta presso “La Casa di Nilla”, Centro Specialistico della Regione Calabria per la protezione e la cura di bambini e adolescenti in situazioni di maltrattamento.